martedì 3 maggio 2011

Gli americani



Buffa, l’america è buffa.
Gli americani sono dei film.
Aderenti agli stereotipi che immaginiamo guardando i loro film, i serial tv.
Ma qui (nda stavo scrivendo dal gate di Atlanta) nella patria di MiZz RoZella – e guarda un po’ quante coincidenze di citazioni varie per cui ho ascoltato parlare ieri di Mizz RoZella ed oggi qui, non è incredibile? –
Beh, ragazzi, qui è da morir dal ridere!
Da oggi al 6 maggio c’è un evento a Cabo che ha a che fare con pesci e barche o pesci o barche.

Eeehiaaaa mAAn (A enorme) hAAA D’YAaaa Dai’n?

E l’altro

Ehiaaaaaa BAAAdi (d piccolissima) soooo naaaas taaaaa saaaaaaa yaaaaa.

Non si abbracciano o baciano. Lo recitano. Il contatto, intendo.
Si stringono la mano e poi, come in un tango, slittano un po’ e si mettono spalla contro spalla, destra con destra, e poi si sbattono un colpo di mento sulla spalla itself.

Ma non si fanno male?
C’è un equipaggio intero diretto a Cabo ed ho visto scenette per le quali ho dovuto fingere più di un accesso di tosse!

Ho incontrato sempre al Gate per Cabo una sorta di reparto geriatrico di ricconi (ricconi non riccHIoni su da bravo!) che vanno “al” Messico.

Buffe a livelli che non riesco a descrivere quattro amiche americanissime. Agèe per non dire vecchiette.
Capelli bianchi, cappelli di paglia con i fiori, un po’ alla “A spasso con Daisy”. Una sulla sedia a rotelle ma solo per farla accedere all’aereo.
Sono in Business. Ho detto tutto.

La “signora con le rotelle” è girata verso di me e con un gridolino di ammirazione mi ha detto che la mia camicia è splendida. E’ quella rossa con i bottoni. Vecchie signora in tutta Europa l’hanno sempre lodata. Sempre eh?
Ho spiegato loro che in italia le taglie balena (no, dai!, non le ho detto Whale’s Size su! Ho un limite anche io) non si trovano facilmente e che fanno pure un po’ cacare.

“oaaaaa DiiiAAAA YAr Italiaaaaa” gridolini di gioia.
Brava, mi dice rotella, ti sta benissimo. E sai cosa? Fa come per avvicinarsi, hai degli occhi bellissimi, sexy. E sei sexy.
Non perché ma le ho creduto.

Loro sono la versione geriatrica di Sex and the city”.
Allegre, amiche, complici, casiniste. Proprio proprio belle.
Mi piacerebbe invecchiare così.
E con delle buone amiche con le quali fare viaggi e ridere.
Nota bene: le amiche possono essere agevolmente affiancate da amici gay che valgono uguale.
Unico neo: i miei amici gay son tanto, troppo più giovani di me. Questo rende l’ultima parte del desiderio irrealizzabile.

Un altro mistero inspiegabile è come possano gli americani alle cinque del mattino (ma anche più tardi, le cinque del mattino è solo una aggravante) farsi delle cofane da 3 quarti di litro di una specie di granita al “nonsocosasia ma sicuro è troppo tutto” di colori inesistenti, improbabili e probabilmente radioattivi.
Si sono imbarcati tutti con questi beveroni orrendi.

Decollare su Detroit che albeggiava è stato molto americano. Americanissimo.
Una vista di luci e spazio aperto, sconfinato tra il rosso e il blu delle luci che illuminavano praticamente a giorno il buio.
Ho visto l’aMMerica dall’alto! Yes!
Ero di corridoio quindi vedevo poco dal minuscolo oblò ma mi è bastato.
Durante l’atterraggio ho visto, invece, Atlanta, la Georgia.
OMG! Se ci fosse stato il rossastro del tramonto avrei intravisto la sagoma della figura di Rossella con il pungo chiuso levato in aria e stretto intorno alla terra di Tarah mentre gridava al vento che non si sarebbe arresa. Mai.

Sul volo da Atlanta a Cabo son riuscita a connettermi con il wifi! Mi ha fatto riderissimo.
Ho fatto una videochiamata “muta” con filippo. Lui era muto ma sentiva tutto quello che succedeva sull’aereo e rideva come un pazzo. E’ stato un sacco divertente!

Tutto sommato questo diversivo che sembrava una tragedia si è rivelata una gran fortuna. Ho fatto cose che altrimenti non avrei fatto mai. E poi cogliere l’occasione per qualsiasi cosa è ormai diventato un dato di fatto. E mi piace.

Purtroppo il mio piccì ha una batteria che regge tipo treminutidiautonomia. Quindi non ho potuto starci tanto. Peccato.

Peccato? Pazza che sono.
Scaricato il computer ho guardato fuori dall’oblò. Ero di finestrino, per caso, e meno male.
Ecco cosa ho scritto da quel momento in poi. A mano. Lo trascrivo.

Il Messico centrale visto da 12.000 metri di altezza è pazzesco.
Sembra un film western (che tra l’altro mi han pure fatto sempre cagare!) stiamo sorvolando la Sierra Madre  occidentale e toglie il fiato.
Non c’è una nuvola. Niente. Nemmeno un’idea.
A perdita d’occhio c’è solo ocra e marrone scuro increspato dei monti.
Non si vede la fine.
Sembra non ci sia l’orizzonte. Solo ora, in questo istante, capisco il colore “terra bruciata”.
Le crepe dell’arsura da quassù sembrano decori. Quasi ricami.
Mi viene da piangere.
Per quanto ho pieni gli occhi e il cuore e la testa si pensieri, immagini, emozioni, cose mai viste.
Quanto mi son persa sino ad oggi!
Una nuvola di rimpianto mi attraversa ma la scaccio subito.
Fanculo. Sono sulla sierra madre. Vaffanculo!
Madre dev’essere l’esclamazione che ti viene a vederla ….

Ora è tutto monti. Solo monti spogli, ruvidi, incattiviti e scavati dal caldo e dall’arsura.
Chissà se ci sono i geyser nella sierra madre.
Tra i monti si vedono delle specie di nuvole bianche. Ma non sembrano nuvole … sembra vapore, polvere. Chissà polvere magica?
Non c’è segno di attività umana, non c’è traccia dell’uomo.
No, non ho le parole giuste per dire e descrivere.

Mi piace questa nuova me. E’ una bella tipa: si gode gli istanti!

Sul Golfo di Cortez acqua a perdita d’occhio. Ma non è acqua ferma. Voglio fare il viaggio di ritorno al finestrino!
Quelle che sembrano nuvolette sono cavalloni.
E’ acqua increspata.
Chissà cosa deve essere vederci le balene!
Devo tornarci in gennaio.

Anche quassù l’aereo fa un po’ di dindalon per il vento.
Lo guardi negli atlanti, il Goldo, e sembra lo ionio.
Un par di palle: è enorme!

Questo azzurro è pazzesco. Copre tutto lo spettro delle nuance dall’indaco al celeste fino al bianco ghiaccio laggiù in fondo dove il cielo, terso come non ho mai neppure immaginato potesse essere, si bacia con questo mare immenso.

Ecco come ti vengono certe definizioni. Certe descrizioni.
Vivendo. Vivendole. Guardando meravigliato la meraviglia.
Si vede il disegno delle correnti.
Mi sono resa conto adesso che ho la fotocamera a portata di mano e quasi piangevo per non aver fotografato la sierra madre.
Ma non ce la fa.
L’occhio vede e lei no. L’occhio vede il mare e le sue increspature, la macchina no.
Stiamo scendendo: vento e onde grosse.
Wow! Una virata e mi son trovata con la faccia dritta sul mare.
Un brivido di paura ma non ho smesso di guardare. Ho fatto bene. E’ bellissimo.

Il capitano parla messicano. Aiuto! E’ ufficiale: non capisco una cippa.

Atterrata. Oddio: sono in Messico. L’ho fatto davvero. Ho attraversato mezzo mondo, l’oceano e le difficoltà e son qui.
Ma … è tutta sabbia. L’ombra dov’è? Aiuto!
L’aeroporto è uno sputo e sembra un film di Bud Spencer e Terence Hill.
Vamos chica! Ora devi passare la migra.

Benvenuta in Messico!

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un segno dei tuoi pensieri, se ti va.