lunedì 20 giugno 2011

Snorkeling


Lo snorkeling, parola che prima del messico significava qualcosa da fare nell’acqua di piuttosto pauroso.
Una volta qui ho capito di cosa si trattava. Tutto sommato affrontabile.
Ma io ho una paura fottuta del mondo subacqueo. Mi terrorizza l’idea del peso dell’acqua, della profondità, del perdersi, dell’essere “in balia” come si dice delle onde. E quindi senza possibile controllo.
Non respirare a pieni polmoni, avere il fiato solo dalla bocca.
Ma soprattutto il profondo del mare, anche se osservato a pelo d’acqua. L’idea dell’immensità, parole che terrorizza. Perché ho sempre avuto bisogno di confini. Un perimetro certo, di sicurezza.
Talmente tanto ne ho avuto bisogno da crearmi una gabbia per metà della vita.

Ma torniamo a Cabo.
Ieri mattina sole giallo e vento forte. Sta facendo un tempo strano qui.
Il sole scotta ma non fa caldo. Meglio non fa il caldo che di questa stagione fa qui solitamente.
Lo prendo come un regalo del destino. Quello di non aver sofferto quasi per nulla il caldo.
Il caldo c’è stato e c’è. Ma io non ho sofferto.

Sono uscita di casa per raggiungere la galu alla marina ed ho fatto una strada diversa dal solito.
Mi sono fermata in una papeleria, qui ce ne sono una infinità, per comperare delle cose che serviranno per il compleanno di domani. Candele che non si spengono, un biglietto da scrivere alla galu, e una cosa che esiste solo qui che poi domani fotograferò.
Mi sono ritrovata in angoli bellissimi che però non avevo tanto tempo per fotografare.
Ci torno domani. Perché ho anche trovato delle bancarelle con cose che non avevo visto altrove. Vediamo se c’è spazio per qualcosa da portare a casa.

Ho fotografato un’orrenda cosa di Cabo: la statua che riproduce il Marlin più grande del mondo. Cabo è la meta “top” per la pesca sportiva al marlin. Porelli! I marlin …

Lo snorkeling è un tour completo con giro completo dell’arco (qui l’arco è il centro dell’attenzione di tutto e tutti, non si scampa!) su un grande catamarano a due piani.
Open bar – che crea disastri perché il mondo è pieno di deficienti – e pranzo post snorkeling. Totale circa 4 ore di mare.
La nostra barca è il Cabo Escape.
Tutti con il meraviglioso braccialetto che ti mettono dovunque.
Ci sono quelli che stanno nei resort che hanno fisso il braccialetto dell’alberto più tutti i bracciali delle attività del giorno. Sembra un po’ nazista come cosa … ma fa sorridere.

Bien. La galu arriva e saliamo sulla barca.
Non ci siamo ancora sedute e già ci offrono da bere. Ma berremo acqua sin dopo il bagno.
Un ragazzo, giovane e dall’aria insolente arriva con il microfono. Ci tremano i polsi. Non ci darà il tormento tutto il viaggio, vero?
La paura iniziale si rivelerà infondata.
Il ragazzo è molto carino e non è insistente. La musica spara dagli altoparlanti e il dj è un ragazzo che avrà 16 anni. Assomiglia a Justin Bieber, fa tenerezza.

Il mare è mosso, il vento tira forte. Il caldo non si sente affatto. Il sole lascerà la sua firma. Questa sera, domani.
Guardo l’arco sapendo che, almeno per un po’, sarà l’ultima volta che ci passo accanto, che lo vedo e che ascolto il rumore delle onde che si infrangono lì intorno.
Barca, mare e vento sono un insieme che mi strega. Mi calma. Mi abbraccia.
Ci invitano ad andare a prendere l’attrezzatura per lo snorkeling.
Prendo le pinne, no. Son piccole, mas grande. Sono lunghissime. Mi sembro sky di Mammamia!
Prendo la maschera e il boccaglio, ci danno il giubbotto di sicurezza e mi manca un po’ l’aria.
Non l’ho confessata la mia paura del mare. Non ne ho parlato per non nutrirla. Ma ora ho le pinne di fronte, la maschera in mano. La provo e stringe, schiaccia il naso, chiude come in una morsa.
Guardo il boccaglio e pare impossibile riuscire a respirare da lì.

Scendiamo. Tra poco arriveremo e dovremo tuffarci.
Attenti a come usate le attrezzature. Stringete bene le maschere. Attenti al boccaglio, restate a pelo d’acqua altrimenti bevete. State lontani dagli scogli che son pericolosi.
Non toccate i pesci, non prendete i coralli, state attenti agli altri che nuotano.
E l’ansia si fa sentire.
Il ragazzetto del microfono, Paùl, parla con la galu avendo scoperto che è del luogo. E le chiede di me. Lui inizia a cantarmi delle canzoni in italiano e a chiamarmi bambola, bambina e piccolina. Fa tenerezza sembra un cartone animato ma mi mette anche in imbarazzo. Sono terribilmente timida anche se nessuno vuole crederci o se ne rende conto.

Ossignore tocca a  noi. Come li scendo questi gradini con i piedi lunghi mezzo metro?
Non so come ma ce la faccio.
L’acqua è ghiaccio puro. E per dirlo io …..
La galu si tuffa dietro di me e credo stai per morire di un colpo con questa temperatura.
Ecco. Ci sono.
La spiaggia vicino alla quale siamo è Chileno Bay. È molto bella ma a noi è proibito andare sulla spiaggia.
Dobbiamo limitarci alla nostra attività e tornare alla barca quando la sirena suonerà tre volte.




Metto la maschera. Stringe d’inferno. Il boccaglio come si terrà? Riuscirò a respirare in questo modo?
Metto la testa sotto l’acqua ed ho una specie di capogiro: è profonda! Siamo vicini alla spiaggia ma qui è davvero profonda.
Esco, tolgo il boccaglio e respiro.
Torno a guardar giù.
Mi rendo conto che respiro in un modo strano, per nulla naturale e cerco di dare un senso a tutto questo.

Poi, improvvisamente, vedo un pesce, e due e tantissimi. Il cuore va sempre a mille, il respiro è un po’ mozzato ma qui sotto c’è un mondo intero.
La prima cosa che mi viene in mente è la scena iniziale di nemo.
Con gli anemoni, le rocce, i fondi e tanti tanti pesci.
E’ immenso, spaventoso e meraviglioso.
Senza accorgermene sto respirando normalmente, semplicemente non ci penso più.
Guardo con gli occhi spalancati questo mondo che si apre.
Sì li ho visti i documentari. Ne ho visti un sacco. C’è stato un tempo che non perdevo una puntata di Quark e dei documentari di Jacques Cousteau.
Ho visto cosa riprendevano, ma vederlo sentendo il freddo dell’acqua intorno, vedendo le tue mani in quell’acqua cristallina, vedere il fondo, parecchio in fondo, dove pesci anche bruttarelli si aggirano tra i buchi nella roccia. Qualche corallo molto chiaro e niente a che vedere con la barriera corallina di posti diversi da questo.
Meno ti muovi e più i pesci ti si avvicinano.
Le rocce sono lì a qualche bracciata e mi faccio un po’ più audace. Mi avvicino un po’ e scopro nuove cose.
Via! Ho buttato via anche questa paura ed ho conquistato un mondo nuovo.
Chissà, forse l’egitto il suo mare e i suoi pesci.
Frena pirla! Con quali soldi?
Ok non ci penso. Né all’egitto né ai soldi. E soprattutto non al ritorno.

Bello, bellissimo.
Torniamo a bordo e sono infreddolita e affamata.
Prendo il mio piatto di cose messicane assortite e salgo al sole. La signora della luna e della notte mangia al sole. E si beve pure una birra, guarda un po’!

Il ragazzo inizia a fare dei giochi. Yeah! Il musichiere!
Sì ma son da sola e dall’altro lato c’è un gruppo di sei o sette ragazze giovani di san diego che urlano come aquile e le sanno tutte, più di me, e son più veloci.
Il gioco, però, mi diverte molto.
Paùl ogni tanto arriva a dirmi cose in italiano “Bambina piccolina io ti amo, sei la più bella del mondo” rido e abbasso gli occhi.

Intanto qualche scena pietosa si consuma lì intorno. Una signora americana la mia età? Qualcosa meno forse, ubriaca, francamente ubriaca, balla da sola in mezzo alla gente e ci prova in tutti i modi con Paùl che cortesemente le dà retta ma cerca anche di fare il suo lavoro. Povero figlio ….
Un’altra che ha agitato tette e culo sino a un attimo prima si sporge e vomita tutto fuori. Non oso pensare al fatto che c’è un piano di sotto e ci sono persone sedute a tavola all’ombra a mangiare.
Faccio il possibile per distogliere occhi e pensieri da quella scena. Ce ne saranno un altro paio simili.
Mi faccio delle domande ma tanto non trovo le risposte quindi vado avanti a giocare.

Ok arriva la tequila. Siccome, evidentemente, la galullo si diverte a fotografarmi si impadronisce della macchina e scatta mentre Paùl mi caccia in gola una considerevole quantità di tequila.
E facciamoci sta tequila.
Quindi lui nota la galu con la macchina e decide la posa. Mi prende una mano e se la piazza sul culo quindi si alza la maglia mi si avvicina a livelli quasi imbarazzanti e si mette in posa.
Scoppio a ridere ed è lì che la nostra novella Helmut Newton ha immortalato l’istante.





Ci ha preso gusto ed ha anche imparato in fretta come usare la fotocamere per essere una persona non tecnologica, come ama definirsi!

Siamo quasi arrivati e sulle note di “I gotta feeling” ci invita a cantare e ballare tutti per il ritorno al porto e per salutarci.
Praticamente un invito a nozze. E la mia Newton ne approfitta …
Ci sono le prove di tutto questo J

Una giornata meravigliosa. Un altro pieno di emozioni.


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