martedì 7 giugno 2011

Arriba tequila!


(immagine gentilmente offerta da Google)

Sabato sera fuori a festeggiare il compleanno di una amica della galu. Conchita detta conchola.
Inizialmente si doveva cenare in un posto poi ci si è spostati all’Arriba Tequila dove, dopo le 23, inizia a suonare un gruppo dal vivo e si balla.

Il panorama era piuttosto scarno. Qui la stagione è bassa, i locali escono ma con parsimonia. Era anche presto.
Ci passa accanto qualcuno che loro salutano ma io vedo solo di spalle, sembra grazioso.
La galu mi fa un cenno con la testa. Noooooo gay? Siiiiiiiiii gay! Eccheppalle!
Visto di fronte poi sarebbe piaciuto tanto ad un paio di miei amici che non cito cubano, muscoli sin troppo definiti, sorriso gigione, culo da cubano. Troppo finto. Grazioso alla vista ma stucchevole dopo un po’. Come quei dolci troppo dolci. Ecco troppo.
Alla spicciolata sono arrivate altre persone.
Lo sguardo viene attirato da uno con un cappello di paglia scura in testa. Uno di quelli piccini che sono di gran moda quest’anno. Dalla nostra parte del mondo.
Lo guardo … uh! No proprio no. E’ un tipo che non potrebbe mai piacermi, troppi tatuaggi, troppo magro, troppo pretestuosamente … ombroso? Misterioso? O sfacciato? Boh. Mi urta un po’.
Americani rumorosissimi come solo gli americani riescono ad essere qui.
E piano piano anche uomini soli,  donne  sole, grandi d’età non giovinetti. E poi, più tardi, coppie di ragazzi.

La musica era sparata in sottofondo. Qui il sottofondo ti assorda. Quando la musica parte non si sente più nulla.
Quando si sono ufficialmente aperte le danze mi sono resa conto di non aver considerato da quale parte del mondo siamo.
La salsa!
Sento un piede partire come se volesse ballare ma rifiuterò l’invito di un signore bianco vestito che poi inviterà tutte le donne della sala. Non posso aprire le danze.
E quando ho visto tutti quanti ballare non avrei mai potuto danzare. Fondamentalmente perché la so appena accennare la salsa. So i passi base ma faccio fatica a girare.

Una coppia in pista. L’odioso con il cappello, quanti anni avrà tra i venti e i trenta? Non riesco a dargli un’età ma ingenuo non è di certo.
Una donna agèe, una ballerina stupenda che tutti si contenderanno per il resto della serata.
Iniziano a ballare, da soli in pista. Ed è tutta loro. In tutti i sensi.
Sono talmente belli che mi vien da piangere.
Adoro ballare anche se non ballo quasi mai. Non in coppia perché non ho mai avuto un partner di ballo. Mi piacerebbe. Mi sarebbe sempre piaciuto.

Li fisso con un sorriso ebete stampato sulla faccia senza riuscire a staccare gli occhi di dosso alle mani di lui.
Le usa con sensualità.
Vederlo ballare e vederlo trasformarsi completamente è stato un secondo.
Dal ragazzetto magro, tatuato ed irritante ad un uomo, maschio, sensuale all’inverosimile con un sorriso che uccide.
Guarda la sua dama puntandole gli occhi negli occhi. E balla a piccoli passi. La porta e la spinge e la comanda con la mano, come i veri ballerini sanno fare.
E in quella danza c’è tutto un amplesso. Un insieme di anime che vanno altrove. E si sorridono.
Incantata.
Hanno chiuso con un caschè quasi a terra. Lui si era persino illuminato.

Li ho guardati tutta la sera, due ore buone. Lui ha ballato con altre e lei ha ballato con altri.
Erano sempre entrambi spettacolari e molto molto sensuali.
Ma insieme erano miscela esplosiva.

Ci sono stati attimi in cui lei ballava con un altro e lui la guardava sornione come a dire al mondo intero “e’ roba mia”. Un modo di possesso quasi di amplesso.
Meraviglioso.

Tutti dei ballerini spettacolari.
Naturali. Quello è il bello. Che sono naturali. Che ce l’hanno nei piedi, nelle orecchie da sempre.
Si sente nell’aria quel ritmo, si sente ovunque.
E qui esplode. Nella serata del sabato.
I paesi del ballo.
Belli i paesi del ballo.
Vorrei un uomo che sapesse ballare.
Vorrei ballare con qualcuno. Vorrei un uomo con cui ballare.
E sentire quel brivido che ho avuto solo guardando ballare “cappello di paglia”.


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