sabato 4 giugno 2011

Intervallo notturno

La galu mi ha portata in spiaggia di notte.
Notte …  era buio potevano essere le nove o supergiù.
Non nella spiaggia dove vado io di giorno, è troppo isolata di notte.
Alla spiaggia dei ristoranti e degli hotel.
C’è una vita che non vedi da nessun’altra parte durante il giorno.
I ristoranti invadono pacificamente la spiaggia e accendono fuochi, torce.
Chi spara a mille musica da ballare.
Chi ha sottofondi più morbidi.
Chi ha lo spettacolo folkloristico.
Il balletto in costume me lo sono perso ma i Mariachi li ho sentiti suonare un bel po’ di pezzi.
Dei pezzi di figlioli, pure! Giovani, parecchio. Tutti vestiti a modo, con dei culetti da non credere siano veri che qui muovono tutti con una grazia inaspettata.
Sei violini, due chitarre, una specie di contrabbasso e due trombe.
A turno un paio di violinisti cantavano.
Bene,  tra l’altro.

E poi, ad un tratto, i fuochi artificiali.
Piccini ma meravigliosi e sorprendenti come sempre.
Soprattutto perché io non me li aspettavo affatto.
Eravamo lì come due comari sulla copertina a scacchi sedute sulla spiaggia a sbirciare il culo dei mariachi, a sentirne il canto e ad osservare il cielo riempirsi di luci colorate e scoppiettanti.

Mi son sentita piccola e incantata.
Un attimo.
Da fermare.

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